Comunità spirituale degli Orishà – energie della natura

Gli antenati

Gli antenati

Un giorno una persona decise di chiedere un orientamento spirituale per sapere che cosa doveva fare per avere una vita migliore. Le fu consigliato di fare offerte ai suoi antenati perché questi la potessero osservare con occhi benedicenti. Facendo le offerte, la persona ricevette la benedizione dei suoi antenati.

La venerazione dei propri antenati è una delle migliori ricette, perché con l’aiuto degli antenati è possibile trovare le soluzioni alle proprie difficoltà.

Il nostro legame con i nostri antenati è considerato molto intimo, tanto gli Yoruba nella loro tradizione seppelliscono i loro morti in casa e non in un cimitero. In questo modo possono dir loro “buongiorno” quotidianamente e ogni sera dar loro la “buonanotte”. Possono sedere sulla loro tomba, piangere o ridere, poiché la morte non è una separazione dalla vita. È solo un passaggio in un’altra vita.

Se vogliamo bene a qualcuno gli diciamo “Odabò” che significa “Arrivederci, a presto”. E questo succede nei sogni, nell’immaginazione, tramite la sensazione di aver perso qualcuno che si ama oppure tramite la venerazione degli antenati.

Per noi la morte non mette fine a nulla. La morte è solo un nuovo inizio. È la possibilità di rinascere. Nell’ambito ancestrale, ci sono gli antenati femminili (Gheledè) e gli antenati maschili (Egungun).

La prima cosa che bisogna conoscere è il concetto di morte. Nella lingua Yoruba la morte si chiama ikù. La parola significa morire. La morte è il processo di trasferimento da un mondo all’altro. Se non si riconosce l’esistenza della morte, non si può essere liberi di fronte all’incombente pericolo di incontrarla. Ci troviamo a trattare un punto molto interessante: nel mondo africano la morte viene celebrata, non rimpianta. In questo modo si accetta la realtà della vita. La morte viene nominata in due modi: si può trattare della morte socialmente accettata, quando qualcuno perde la vita nella sua tarda età, e la morte non accettata socialmente, nel caso di morti tragiche, inaspettate di persone giovani. Nel caso di morte inaspettata di persone giovani si tratta per lo più di persone che hanno l’energia chiamata àbikú, che significa nati per una morte precoce. Anche per questo si venerano gli antenati, per evitare la possibilità di morire troppo presto, quando non abbiamo ancora vissuto totalmente il nostro destino.

Esistono due livelli di antenati, che si tratti di antenati maschili o femminili: antenati venerabili e antenati non venerabili.

Non tutti quelli che muoiono sono idonei per essere antenati venerabili. Per venerare una persona come antenato, questa dovrebbe aver raggiunto nel corso della sua vita un livello di esistenza consono. La persona che ha raggiunto un livello evolutivo adeguato quando era ancora in vita, al momento della morte perde il suo legame familiare e viene generalmente venerata come un antenato di tutti. Rappresenta la porta tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Questo significa che il comportamento e le abitudini che avremo avuto durante la nostra vita determineranno il modo in cui saremo venerati dopo la morte. Dopo la morte di una persona venerabile, si fa un’invocazione e in seguito la sua energia si materializza diventando un messaggero di comunicazione per tutte le persone.

Il nostro carattere è quello che determina come saremo accettati socialmente nel corso della vita e come saremo socialmente accettati alla nostra morte. La nostra occasione per garantirsi una buona reincarnazione e una buona evoluzione nella prossima vita comincia in questo preciso istante.

Gli antenati rappresentano la comunità e la costruzione. Sono simbolo di pace e di armonia.

Li invochiamo per comprendere la direzione della nostra vita, perché loro possano lottare per noi, per i nostri interessi.
Invochiamo gli antenati anche perché ci diano l’orientamento, per indirizzarci. Chiediamo a loro di mostrarci quale è il modo più facile per risolvere le nostre difficoltà.

Sia gli antenati maschili che quelli femminili sono rappresentati da un abito rituale utilizzato dal sacerdote come intermediario.

All’inizio può bastare già una nostra semplice richiesta rivolta ai nostri antenati per avere benessere nella vita, esprimendoci nella nostra lingua, a modo nostro, semplicemente come si preferisce. Se invece vogliamo ottenere con l’aiuto degli antenati un cambiamento radicale della vita, allora ci rivolgiamo a un sacerdote consacrato in questa energia.

Venerare gli antenati è particolarmente importante quando ci accorgiamo che la storia della nostra famiglia si ripete: si ripetono la stessa malattia e le stesse abitudini. Venerando gli antenati possiamo cancellare le difficoltà presenti nelle generazioni precedenti e possiamo evitare che queste vengano trasmesse alle generazioni future.

La venerazione degli antenati è un’energia troppo spirituale per essere inserita tra le religioni.

Ci sono due modalità per venerare i propri antenati, due modalità per invocare la loro benedizione:
– possiamo fare un’offerta – la cosa migliore è offrire quello che più amavano quando erano in vita, o
– possiamo preparare a casa una cena per un gruppo di persone, che viene dedicata all’antenato come sua venerazione: questo tipo di rituale si chiama sara per gli antenati.

Un modo fondamentale di venerazione è anche pulire le tombe e accendere delle candele. È molto importante frequentare regolarmente le tombe e parlare con gli antenati. La comunicazione verbale è importante.

Si distinguono due tipi di genetica: la genetica fisico-biologica e quella astrale-spirituale. Il bambino appena nato porta nel mondo la genetica fisico – biologica della sua famiglia. Gli antenati morti invece hanno una forte influenza sulla linea genetica astrale-spirituale di coloro che sono ancora vivi.

Veneriamo gli antenati anche per vivere con più armonia, per purificare la nostra vita da tutte le turbolenze. Siamo sempre in contatto con tutti gli antenati perché crediamo che il presente sia solo la continuazione del nostro passato. E che il momento di adesso sia solo l’anticipo del futuro.

Non ha importanza se non sappiamo dove sono sepolti i nostri antenati. La genetica spirituale- astrale e quella fisico-biologica è conservata nel nostro corpo, è sempre con noi. Pertanto possiamo sempre pregare i nostri antenati, ognuno a modo nostro. Quando si parla di preghiera, si intende esprimere quello che si vuole da loro: si può chiedere per il progresso, per la salute, per il denaro, per la fortuna. E allora, quando ci si rivolge ai propri antenati, si dice sempre: “Voi che siete quelli che avete detto che la mia vita sarà dolce, portate nella mia vita la dolcezza di questo pianeta.”

Come sacerdoti a volte consigliamo alle persone di andare nella chiesa alla quale appartengono e di pregare i propri antenati. L’unica cosa che è vietata nella venerazione degli antenati è di non fare assolutamente nulla. Di non ricordarsi dei nostri antenati, di non chiedere loro niente.