Comunità spirituale degli Orishà – energie della natura

Filosofia degli orishà

Filosofia degli orishà

La tranquillità della mente e una casa tranquilla, accettare la responsabilità della propria vita, la pazienza, la tolleranza, la gentilezza, l’ordine, l’organizzazione, la disciplina, il benessere, la creatività, rispettare gli anziani e venerare gli antenati sono alcuni dei numerosi valori che portano alla felicità e alla soddisfazione. Non ci sono particolari differenze tra la massa muscolare e la quantità di fortuna nella vita, ma per ottenere entrambe bisogna allenarsi. Ogni singolo giorno.
Ma il nostro vantaggio sta nell’avere degli aiutanti, che ci circondano, che sono dappertutto. Sono nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo, nella terra sulla quale camminiamo, nel cielo che guardiamo.

Li chiamiamo orishà, sono delle divinità, delle energie, che si manifestano in natura e fanno parte della natura umana. Il sapere sugli orishà si è conservato nei millenni attraverso la tradizione orale nel gruppo etnico africano Yoruba ed è proprio lì che noi Sloveni lo stiamo apprendendo.

Gli orishà sono la natura. Sono il simbolo della religiosità, della filosofia, del concetto della vita, dello stile di vita, sono il potere, sono l’energia stessa, sono tutti i significati della vita, la vita in tutti i sensi. Gli orishà sono la vita.

È assolutamente necessario comprendere il confine tra la religiosità e la filosofia.

Per noi l’aspetto religioso non è il più importante, quello che conta è la filosofia, poiché si tratta di una filosofia che ci aiuta a comprendere gli orishà. Nella maggior parte delle religioni tutta la responsabilità del destino umano è delegata alla divinità e ai suoi sacerdoti, mentre i veneratori sono solo degli osservatori passivi. Ma non è così nel caso degli orishà. I sacerdoti sono importanti, ma i veneratori comuni lo sono in egual modo. Quello che vale per gli uni, vale anche per gli altri. Il sacerdote ci darà delle indicazioni su cosa fare e dopo saremo noi a farlo. Se un sacerdote dice che pregherà per noi, lo farà, ma la responsabilità della nostra vita resta sempre nelle nostre mani. Quello che si vuole evidenziare è che la filosofia degli orishà è quella che ci dà delle direzioni nella vita. Di conseguenza abbiamo la nostra responsabilità per tutto. Quando si parla degli orishà, bisogna tenere in mente che tutto inizia e finisce con la nostra responsabilità. Nella vita possediamo solo quello che abbiamo immaginato di avere. Chiunque seguirà questa filosofia deve comprendere che la propria vita è molto importante. E che il nostro ruolo in essa è estremamente importante. Nessuno deve decidere per noi o al nostro posto. Dobbiamo essere pronti alla vita ed essere capaci di decidere.

LA FILOSOFIA DEGLI ORISHÀ È MOLTO DINAMICA. NOI TUTTI SIAMO CONTEMPORANEAMENTE SPETTATORI E ATTORI DELLA NOSTRA VITA.

Ogni iniziato tiene i propri altari a casa. Decide da solo quando venerare gli orishà, non viene controllato da nessuno. Tutti gli altri esseri umani sono i benvenuti e possono venire a cercare consigli quando hanno bisogno di qualcosa. È importante che la gente mantenga la propria purezza. In questo caso purezza significa avere la tranquillità mentale, essere soddisfatti di se stessi e avere un equilibrio interiore. Se non siamo forti, non possiamo essere felici; non siamo puri se non siamo in gradi di riconoscere i percorsi e la diversità delle nostre difficoltà. Avere la libertà, l’allegria e la felicità è un nostro diritto, la pace è un diritto.

È naturale avere delle difficoltà nella vita, ma dobbiamo avere l’intuizione e la saggezza necessarie per interpretarle e di risolverle. Abbiamo abbastanza saggezza per trovare le soluzioni alle nostre difficoltà. Se fuori nevica, per esempio, ci mettiamo il cappotto. Non diremo: “Visto che c’è il freddo, devo avere freddo.”  

Lo stesso concetto vale per le altre difficoltà. Come veneratori degli orishà, si deve comprendere il concetto dell’Orì, simbolicamente rappresentato dalla nostra testa ossia il luogo dove formiamo il nostro destino. Ci succederanno tante cose nella vita poiché fanno parte del nostro predestino, ma soffrire giorno dopo giorno non è più una questione di destino. Anche se la sofferenza stessa fosse parte del nostro destino, non dovremmo arrenderci, ma dobbiamo invece cercare una soluzione.

E torniamo di nuovo alla responsabilità. Siamo responsabili di tutto quello che ci succede nella vita. Tutti noi abbiamo l’Orì, crediamo nel predestino, nella vita, ma crediamo anche che nulla è statico. Ognuno deve scoprire la propria vita, il proprio percorso, il proprio stile. E se abbiamo delle difficoltà a fare questo, ci possiamo rivolgere a un sacerdote che ci darà un orientamento. Ci mostrerà la strada, la verità della vita, ci darà il sostegno per essere più precisi nella vita. L’orientatore spirituale è molto importante. Con l’aiuto dei suoi attrezzi è in grado di dirci che cosa è importante per noi. Quello che conta in questa filosofia è il fatto che si può manipolare tutto, che tutto può essere migliorato al 100%. Nulla è statico, la mente umana è l’energia che cresce più rapidamente nell’intero universo. La nostra mente può avere una buona idea, ma allo stesso tempo anche qualche cattiva. La nostra mente è quella che può creare il paradiso o l’inferno nella nostra vita. Con l’aiuto dell’orientamento ricevuto dal sacerdote, possiamo accedere alle soluzioni delle difficoltà. Il sacerdote ci dirà che cosa fare per sistemare le difficoltà, per neutralizzare quello che non è bene per noi e come inserire più energia in quello che invece è bene per noi. Quello che abbiamo nella vita è l’immagine di quello che siamo.

Se qualcuno ci disturba per un giorno, il nostro disagio è sicuramente colpa sua. È sempre colpa sua se ci disturba per due giorni di fila, aumentando il nostro disagio. Ma se ci disturba ancora il terzo giorno, allora la colpa è nostra in quanto gli permettiamo che ci disturbi per un periodo così lungo.

Gli orishà si manifestano nella nostra vita aiutandoci a raggiungere i nostri obiettivi. Possiamo considerare gli orishà come le energie con le quali potremo diminuire se non addirittura eliminare le nostre difficoltà. Gli orishà ci offrono le risposte alle domande eterne: chi sono, qual’è la mia missione, come posso essere utile, dove mi trovo in questo momento e come posso realizzare i miei sogni. Sono domande alle quali bisogna trovare una risposta, altrimenti la nostra vita è senza speranza. Purtroppo a scuola non si impara a trovare questo tipo di risposte e molti genitori non sono in grado di educare i figli in modo di trovarle da soli.

A volte succede di avere queste risposte dentro di sé. Ma una cosa è avere, un’altra invece è utilizzare quello che abbiamo. In teoria tutti conosciamo l’origine delle nostre difficoltà e conosciamo anche le soluzioni, ma non abbiamo la disciplina di metterle in pratica. È questo il punto dove gli orishà entrano nella nostra vita e ci danno l’occasione di vivere una vita migliore e più felice.

Il vantaggio di questa filosofia è di poter accedere all’origine delle difficoltà tramite l’orientamento spirituale (divinazione) e di poter scoprire le soluzioni, che sono condizionate dallo svolgimento di rituali specifici e dalla modifica del proprio atteggiamento e comportamento.

NON DOBBIAMO ASPETTARCI DEI MIRACOLI DAI RITUALI SE NON SIAMO DISPOSTI A MODIFICARE IL NOSTRO COMPORTAMENTO.

Possiamo pregare Oshun (divinità dell’amore, della fertilità) di portarci l’amore in tutti i modi, ma se siamo possessivi, arroganti e dominatori, nessuno resterà con noi.

Se vogliamo avere una casa tranquilla dobbiamo essere tolleranti verso tutti quelli che abitano con noi, lo stesso vale per il posto di lavoro. Possiamo ottenere tutte queste qualità, che ci permettono una vita migliore e più leggera, dagli orishà, ma ci vuole l’autodisciplina, non bastano solo i rituali o le iniziazioni.

Con l’aiuto degli orishà abbiamo l’energia, la saggezza e il sapere necessari per condurre la propria vita con successo. Gestire bene la vita è di importanza fondamentale poiché solo così si potranno tramandare queste buone abitudini anche ai propri figli. Come potremmo educare i nostri figli a diventare persone stabili e felici, se noi stessi siamo instabili e infelici?   

Possiamo dare solo quello che abbiamo e venerare gli orishà significa attirare le buone qualità nella vita in modo consapevole. Di conseguenza la nostra vita sarà più dolce. Gli orishà non vengono manipolati per essere i nostri servi.

Gli orishà sono la saggezza che benedice la nostra saggezza, che ci rende saggi. Se abbiamo la saggezza della vita, le possibilità di vivere felici sono maggiori.